Nuova raccomandazione AVEC su acepromazina

 L’ A.V.E.C. (Associazione di Veterinari Esperti in Comportamento) considera importante, nell’ottica del continuo aggiornamento professionale, redigere un documento sul corretto uso dei farmaci psicotropi nelle più comuni situazioni che determinano ansia e paura nel cane e nel gatto. L’attenzione si focalizza sull’ acepromazina, le eventuali associazioni con farmaci non psicotropi e le possibili alternative terapeutiche. 

Un ringraziamento particolare alle colleghe Patrizia Piotti e Stefania Uccheddu per la prevalente elaborazione del materiale. 

Uso dell’acepromazina in caso di ansia e paura 

Per molti anni, l’acepromazina (Killitam) è stata l’unico farmaco approvato in Italia, per l’utilizzo al bisogno, allo scopo di ridurre i comportamenti di agitazione durante il trasporto nel cane e nel gatto. Il farmaco è poi diventato di uso comune anche in altre situazioni che inducono comportamenti di agitazione, generalmente legati all’ansia e alla paura, quali l’esposizione a temporali o fuochi d’artificio. Tuttavia l’acepromazina, un derivato fenotiazinico, non ha alcun effetto benefico sullo stato emotivo (ansia o paura) dell’animale (Sümegi et al., 2014), ma si limita ad indurre un’inibizione di tipo motorio. Il meccanismo d’azione di questa molecola consiste infatti nel blocco dei recettori dopaminergici nei gangli basali e nel sistema limbico, associato a depressione del SNC, con sedazione e incoordinazione motoria. In seguito alla somministrazione di acepromazina, l’animale è quindi sedato dal punto di vista motorio, mentre continua a percepire (anche in modo amplificato) gli stimoli associati all’evento scatenante, e quindi ad esserne impaurito, senza però riuscire a mettere in atto alcun tentativo di fuga. Questo 

può comportare un forte rischio di peggioramento della risposta emotiva e comportamentale conseguente, un processo chiamato di sensibilizzazione (Clough, 1982). Secondo alcuni autori (Landsberg, 2003; Overall, 1997; Overall, 2002) le fenotiazine possono addirittura incentivare la reattività dei cani ai rumori. Infatti, essendo un agente dissociativo, l’acepromazina altera la capacità del cane di processare e comprendere quello che sta succedendo e la sua risposta allo stesso, rendendo il cane di conseguenza più ansioso (Overall, 2013). L’intensità e la durata dell’effetto delle fenotiazine sono inoltre variabili e possono dipendere dalla razza (Thompson, 1998). Ulteriori possibili complicazioni date dai farmaci neurolettici fenotiazinici sono l’eccitazione parossistica e l’effetto disinibitorio sull’aggressività, che può rendere il cane pericoloso anche per i proprietari stessi (Crowell-Davis,Murray & de Souza Dantas, 2019). Le fenotiazine non sono quindi farmaci di scelta nel trattamento di paure e fobie, poiché hanno attività ansiolitica limitata e un marcato effetto sedativo (Thompson, 1998). L’uso dell’acepromazina in situazioni legate ad ansia o paura non solo non porta alcun miglioramento a lungo termine del comportamento del paziente, ma provoca un peggioramento del benessere dell’animale durante l’esposizione allo stimolo scatenante. 

Per questi motivi AVEC sconsiglia categoricamente l’utilizzo dell’acepromazina, soprattutto quando usato come intervento unico o addirittura preventivo nel caso animali che mostrano reazioni comportamentali avverse ad un certo evento, per esempio durante i viaggi in macchina, treno, aereo, nave, durante l’esposizione a rumori forti, quali temporali, fuochi d’artificio, o durante le visite veterinarie. Similmente, AVEC sconsiglia anche tutti i metodi basati su punizioni fisiche e sul flooding, ovvero imporre al cane di permanere a contatto con lo stimolo che induce uno stato emotivo negativo. Sono invece indicati i farmaci ad azione ansiolitica, associati ad interventi di tipo preventivo e a terapie comportamentali che tengano conto dei principi dell’apprendimento (quali la desensibilizzazione sistematica e il controcondizionamento). 

Panoramica sui comportamenti di ansia e paura nel cane e nel gatto 

I comportamenti che sono considerati indice di malessere (generalmente legati ad ansia e paura) e sono manifestati da cani e gatti durante il viaggio in macchina, in aereo o in treno o durante l’esposizione ai rumori forti sono diversi, con intensità variabile a seconda dell’individuo e possono essere: vocalizzazioni, tremori, midriasi, polipnea, tachicardia, scialorrea, ipercinesia con tentativi di fuga o ricerca di luoghi nascosti, minzione e/o defecazione (Anon, 1998; Beaver 1999; Bergeron, 2002; Blackwell et al., 2005; Bower and Youngs 1994; Crowell-Davis, 2019; Dale et al., 2010; O’Farrell 1992; Mariti et al., 2012; Mugford, 1991; Schwartz, 1997; Storengen & Lingaas, 2015). 

Viaggio in macchina 

Molti proprietari si trovano nella condizione di dover trasportare il loro animale domestico in automobile. Questi viaggi possono essere di breve durata (es. pochi minuti per recarsi al parco) o di lunga durata (es. svariate ore per recarsi al luogo delle vacanze). La risposta comportamentale di cani e gatti può avere cause diverse: alcuni animali possono soffrire il disagio legato alla cinetosi, mentre altri possono mostrare uno stato di agitazione poiché anticipano l’evento che segue il viaggio o il viaggio stesso (Anon, 1998; Beaver, 1999; Bower and Youngs, 1994; O’Farrell, 1992; Mugford, 1991; Schwartz, 1997). 

Viaggio in aereo 

Il viaggio in aereo è un’altra situazione dove è stata a lungo prescritta l’acepromazina, nonostante sia riportato che gli indici di stress rimangano invariati nei cani che hanno ricevuto l’acepromazina durante il trasporto (Bergeron, 2002). Inoltre, l’International Air Transport Association invita a non utilizzare l’uso di tranquillanti e sedativi durante i viaggi aerei. 

Sensibilità ai rumori forti 

Circa un cane su due mostra comportamenti ascrivibili ad ansia e paura in presenza di rumori forti, come ad esempio temporali o fuochi d’artificio (Blackwell et al., 2005; Crowell-Davis, 2019; Dale et al., 2010; Mariti et al., 2012; Storengen & Lingaas, 2015). Oltre ad essere un problema frequentemente sottovalutato, gli animali affetti da sensibilità ai rumori possono mettere in atto anche tentativi di fuga, rischiando di ferirsi anche gravemente o andare persi. 

Farmaci al bisogno ad azione psicotropa indicati in caso di ansia e paura 

Quali alternative all’acepromazina sono disponibili per la gestione dei comportamenti legati ad ansia, paura e reattività di cani e gatti durante i viaggi? 

L’intervento farmacologico nei soggetti che mostrano segni di distress, ansia, paura, fobia deve essere mirato a: 

– alleviare lo stato di malessere, e quindi lo stato emotivo negativo, durante l’evento percepito come un disagio per l’animale, con conseguente miglioramento della risposta comportamentale 

– coadiuvare un programma di modificazione comportamentale a lungo termine 

Dexmedetomidina 

La dexmedetomidina, nella formulazione di gel oromucosale (Sileo), è l’unico farmaco approvato in Italia per la paura dei rumori nel cane. Il farmaco agisce sui recettori alfa-2 adrenergici e, a dosaggio sub-sedativo (125 mcg/m2 con assorbimento transmucosale), ha azione ansiolitica in cani affetti da ansia o paura in presenza di rumori forti (Dean, 2017; Korpivaara et al., 2017), durante il trasporto (Landsberg et al., 2018) e le visite veterinarie (Jonckheer-Sheehy & Zaal, 2018). L’azione ansiolitica della dexmedetomidina è mediata dall’azione agonista sugli alpha-2 adrenocettori a livello del locus ceruleo (Aantaa et al., 1993; Murrell & Hellebrekers, 2005). È importante informare il proprietario sulla corretta somministrazione (ovvero sulla mucosa orale, invece che per os), ricordando che la somministrazione per via orale rende l’efficacia imprevedibile. Sileo va somministrato circa 30-60 minuti prima dell’evento scatenante, l’effetto dura fino a 2-3 ore e può essere ripetuto fino a 5 volte nelle 24 ore, indicazioni di cui tenere conto in caso di viaggi prolungati o ospedalizzazioni. Non sono disponibili informazioni sull’interazione con altri farmaci, ma è sconsigliato l’uso concomitante di amine simpaticomimetiche. È inoltre controindicato in caso di patologie cardiovascolari e sistemiche, gravidanza, animali anziani. 

Imepitoina 

L’imepitoina è commercializzata in Italia come farmaco antiepilettico per cani (Pexion) e recentemente è stato consigliato il suo utilizzo come agente ansiolitico nel cane e nel gatto. L’imepitoina ha infatti un’azione ansiolitica, legata all’azione agonista parziale sui recettori GABA-A e ad una debole azione di blocco dei canali del calcio (Denenberg & Bräm Dubé, 2018; Engel et al., 2018), che lo rende particolarmente adatto per l’utilizzo in caso comportamenti legati ad ansia e paura. Nei cani affetti da problemi legati ad ansia e paura, al dosaggio di 10-30 mg/kg BID, Pexion riduce i segni di distress e favorisce uno stato emotivo positivo (McPeake et al., 2017). Sebbene in Italia l’utilizzo nella specie felina sia in deroga, in letteratura se ne consiglia l’uso allo stesso dosaggio, ovvero 10-30 mg/kg BID (Denenberg & Bräm Dubé, 2018). Si raccomanda di iniziare il trattamento al dosaggio più basso, per poi passare a dosaggi maggiori fino a raggiungere l’effetto desiderato (Denenberg & Bräm Dubé, 2018; McPeake et al., 2017). Il dosaggio può essere abbassato in caso di reazioni avverse (McPeake et al., 2017). L’imepitoina impiega alcuni giorni per raggiungere un effetto efficace, per cui si consiglia di iniziare il trattamento 5-10 giorni prima dell’evento scatenante (Denenberg & Bräm Dubé, 2018). 

Benzodiazepine 

Qualora Sileo o Pexion non risultassero efficaci o non fosse possibile somministrarli, è permesso l’uso in deroga di altre molecole psicoattive. Nella letteratura scientifica, per il trattamento di ansia e paura, vengono consigliati i farmaci della famiglia delle benzodiazepine, per esempio lorazepam 0,02–0,1 mg/kg PO ogni 8-12 ore. Le benzodiazepine incrementano l’azione del GABA sui recettori GABA-A, inducendo un’azione ansiolitica, sedativa, anticonvulsivante e di rilassante muscolare (Dodman & Shuster, 1994). Le benzodiazepine hanno anche azione disinibitoria sul comportamento, è per cui vanno utilizzato con cautela nei soggetti che mostrano comportamenti di tipo aggressivo (Crowell-Davis,Murray & de Souza Dantas, 2019). 

Gabapentina 

La gabapentina è indicata in letteratura come farmaco per ridurre, nel gatto, i segni di distress associati al trasporto, alla cattura dei gatti di colonia e alle visite veterinarie (van Haaften et al., 2017; Pankratz et al., 2017). Il meccanismo di azione alla base dell’effetto ansiolitico della gabapentina non è stato del tutto chiarito, sebbene si ritiene che possa essere legato all’azione sui canali del calcio a livello di tessuti neurali (Cheng & Chiou, 2006; Davies et al., 2007). Nel gatto, la gabapentina si è dimostrata efficace nel ridurre i comportamenti di distress e i comportamenti aggressivi e migliorare la manipolazione durante la visita veterinaria e il trasporto nel gatto al dosaggio di 50-100 mg / animale in singola dose, somministrata per os 1,5-2 ore prima del trasporto. Nei gatti di taglia particolarmente piccola è bene optare per il dosaggio minore per evitare un effetto sedativo (van Haaften et al., 2017; Pankratz et al., 2017). I dosaggi consigliati nel cane vanno da 2-5 mg/Kg BID a 10-20 mg/Kg BID o TID per os (Overall, 2013). 

Trazodone 

Classificato come SARI (Antagonista della Serotonina ed Inibitore del Reuptake) è comunemente utilizzato in psichiatria umana come agente antidepressivo, ansiolitico e antiossessivo. Il meccanismo di azione è complesso e comprende l’antagonismo dei recettori 2A della Serotonina e l’inibizione della ricaptazione post-sinaptica della Serotonina (Stahl, 2009). Il Trazodone è indicato in letteratura come ansiolitico nei cani (Gruen & Sherman, 2008) e per le sue proprietà lievemente sedative può essere utilizzato in caso di insonnia legata ad ansia (Gruen et al., 2014; Orlando et al., 2016). Nel cane il dosaggio può variare tra 1.7 e 9.5 mg/kg in singola dose 1.5 ore prima dell’evento stressante, ripetibile fino a 3 volte nelle 24 ore (Overall, 2013). Il Trazodone è, inoltre, indicato in letteratura come farmaco per ridurre, nel gatto, i segni di distress associati al trasporto e alle visite veterinarie (Stevens et al., 2017). Il dosaggio efficace nel gatto è 

risultato essere 50 mg/gatto da somministrare 1-1.5 ore prima dell’evento stressante. È stato osservato occasionalmente un effetto disinibitorio sul comportamento (Gruen & Sherman, 2008), per cui l’utilizzo in animali che mostrano comportamenti aggressivi deve essere cauto. 

Associazioni con farmaci non-psicotropi 

È importante gestire anche la sintomatologia provocata da altri aspetti legati al viaggio, in quanto causa di disagio e conseguente peggioramento dello stato di ansia dell’animale. Per esempio, è bene utilizzare farmaci che riducono i sintomi da cinetosi durante il viaggio. Sebbene l’acepromazina venga scelta anche per le sue proprietà antiemetiche per ridurre i problemi legati alla cinetosi, vi sono alternative più idonee; per esempio, l’antagonista NK1 maropitant citrato è indicato per gli effetti antiemetici nel cane e nel gatto durante il trasporto (Benchaoui et al., 2007; Hickman et al., 2008), in assenza di inibizione motoria. La gestione dei sintomi gastroenterici da cinetosi avrà il beneficio di ridurre le esperienze spiacevoli legate al viaggio, evitando quindi le associazioni negative legate a questo evento. I dosaggi consigliati nel cane per la prevenzione del vomito indotto da cinetosi sono di 8 mg/kg da somministrare per os almeno un’ora prima del viaggio (Benchaoui et al., 2007) ma bisognerà tenere conto delle necessarie indicazioni, ad esempio abbassando il dosaggio nel caso di pazienti cardiopatici a causa dell’azione sui canali del calcio. 

Letteratura 

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